DIAGNOSTICA ECOGRAFICA
Consente di visualizzare l’impianto in sede uterina del sacco gestazionale, il numero dei feti, l’attività cardiaca e datare con precisione l’epoca della gravidanza.
Tra la 11° e la 13° settimana di gestazione si misura lo spessore della translucenza nucale e si verifica l’assenza di alcune grandi malformazioni (acrania, igromi) già evidenziabili a questa epoca gestazionale.
L’esame ecografico nel primo trimestre di gravidanza non ha come finalità la ricerca di eventuali malformazioni dell’embrione.
Qualora si osservi un quadro ecografico sospetto per malformazione è consigliato effettuare un approfondimento diagnostico.
Viene solitamente eseguita dalla 19° alla 22° settimana di gravidanza.
Vanno ricercate e misurate le seguenti strutture:
• Estremo cefalico: misura del diametro biparietale (BPD) e della circonferenza cranica (CC); misura dell’ampiezza del trigono ventricolare; Misura del diametro trasverso del cervelletto; visualizzazione delle orbite; visualizzazione del labbro superiore.
• Colonna vertebrale: scansione longitudinale della colonna.
• Torace: visualizzazione dei polmoni; situs cardiaco; scansione “quattro camere cardiache”; connessione ventricolo-arteriosa sinistra (efflusso sinistro); connessione ventricolo-arteriosa destra (efflusso destro).
• Addome: misura della circonferenza addominale (CA); visualizzazione dello stomaco e profilo della parete addominale anteriore; visualizzazione di reni e vescica; la presenza o assenza di uno dei due reni nella rispettiva loggia renale può non essere accertabile con sicurezza.
• Arti: visualizzazione delle ossa lunghe dei quattro arti; visualizzazione (esclusivamente in termini di presenza/assenza) delle estremità (mani e piedi), senza identificazione delle dita; misura della lunghezza di un femore.
• Liquido amniotico: valutazione della quantità, anche soggettiva.
• Placenta: localizzazione.
Tutti i parametri biometrici devono essere comparati con le curve di riferimento, segnalando se la datazione ecografica corrisponde all’età gestazionale anamnestica.
In tale periodo vengono evidenziate alcune malformazioni maggiori (il 30-70%). Non è compito dell’ecografia la rilevazione delle cosiddette anomalie minori.
Il sesso del feto è evidenziabile ed è possibile definirlo se la posizione del feto lo consente.
Eseguita dalla 30° alla 33° settimana di gravidanza.
Viene valutata l’attività cardiaca fetale, la quantità di liquido amniotico, la localizzazione della placenta ed infine la crescita e flussimetria fetale.
L’ecografia 4D consente di visualizzare l’immagine tridimensionale in movimento ed in tempo reale. Permette di osservare il “baby facing”. Spesso l’ecografia 4D è ludica.
E’ indispensabile per una maggiore definizione di sindromi caratterizzate da un aspetto del viso caratteristico e per evidenziare anomalie di tutte le strutture di superficie del feto (ad esempio la Labioschisi), degli arti e del cordone ombelicale.
L’ecografia 3D consente di ottenere immagini statiche, non in movimento, che vengono analizzate successivamente da differenti punti di vista.
La finalità della velocimetria Doppler in gravidanza è di identificare in modo non invasivo le deviazioni dai normali adattamenti emodinamici nei distretti utero-placentare e fetale.
L’esame è effettuato con apparecchi in tempo reale dotati di sonde convex a frequenza di emissione 3-5 MHz, integrato dalla funzione di Doppler pulsato.
Si raccomanda l’utilizzo della velocimetria Doppler delle arterie ombelicali in gravidanze complicate da ipertensione materna, preeclampsia e/o da iposviluppo fetale.
La velocimetria delle arterie uterine nel secondo trimestre permette di identificare le gravidanze a rischio di sviluppare in seguito preeclampsia e/o ritardo di crescita intrauterino con una sensibilità che oscilla tra il 60% e 80% in funzione delle condizioni di rischio della gravidanza stessa e della gravità della condizione ricercata.
Nella restrizione di crescita fetale la presenza di velocimetria dell’arteria cerebrale media indicativa di riduzione delle resistenze vascolari è una conseguenza dell’adattamento emodinamico fetale all’ipossia.
Lo studio velocimetrico del distretto venoso fetale (dotto venoso e vena cava inferiori) appaiono promettenti nel monitoraggio del feto ipossico al fine di aiutare il clinico nelle decisioni riguardanti il timing del parto.
La velocimetria Doppler di vari distretti fetali e placentari viene infine utilizzata nella pratica clinica come test di secondo livello in modo integrato con altre metodologie diagnostiche non invasive o invasive per valutare lo stato di compromissione in alcune condizioni di patologia fetale (gravidanza gemellare con crescita discordante, diabete materno con vasculopatia, anemia fetale, idrope fetale, patologia malformativa fetale, cardiopatia congenita).