Vulvodinia
Vulvodinia è un termine utilizzato per descrivere una sensazione dolorosa cronica che interessa la regione vulvare.
Il fastidio può essere descritto come bruciore, dolore, irritazione, sensazione di “gonfiore od arrossamento”. Il dolore può essere costante od intermittente, localizzato o diffuso. La gravità del problema varia da un lieve fastidio ad un dolore molto intenso e debilitante.
Ci sono diversi problemi ginecologici che possono causare un dolore vulvare, e devono essere trattati ed esclusi prima di porre diagnosi di Vulvodinia. Queste condizioni possono comprendere infezioni, malattie cutanee benigne come dermatiti, lichen sclerosus, esiti di traumi e raramente lesioni pre-cancerose o tumorali. Tutte queste alterazioni sono diagnosticabili in sede di visita ginecologica, vulvoscopia o tramite opportuni esami (tampone vaginale, biopsia vulvare).
Se la vulvoscopia ed eventuali esami non evidenziano alcun elemento alterato ed il disturbo dura da almeno 3 mesi si può porre diagnosi di Vulvodinia.
Si distinguono due forme principali di Vulvodinia (qualche volta associate):
Vulvodinia Localizzata
Vestibolodinia (vestibulite) – forma in cui il dolore è localizzato all’ingresso della vagina (vestibolo vaginale) nel quale predomina la Dispareunia (rapporti sessuali dolorosi)
Importante test evocativo è il dolore percepito al toccamento di punti particolari con l’apice di un Cotton fiocc (Swab Test).
Vulvodinia Generalizzata
Forma nella quale il dolore interessa in maniera più diffusa la vulva con talora estensione all’ano od alle gambe; la pressione sulla vulva, caratteristicamente, accentua il dolore.
Un numero considerevole di donne affette da Vulvodinia lamenta disturbi a carico della vescica (sindrome della vescica dolorosa), hanno dolori muscolari soprattutto agli arti inferiori (sindromi fibromialgiche) o soffrono di lombalgia.
Le terapie in vulvodinia
Numerose sono state le terapie proposte nel tempo con risultati variabili sia come efficacia che per persistenza dei risultati raggiunti. Alcune pazienti hanno beneficio da un trattamento, mentre altre non rispondono alla medesima terapia o addirittura hanno rilevanti effetti collaterali. Non esiste un singolo trattamento appropriato per ogni paziente, ma può essere necessario del tempo per trovare una terapia (o una combinazione di terapie diverse) in grado di eliminare i sintomi.
Presso il Centro Medico Specialistico Andromeda è possibile effettuare le seguenti terapie:
- Elettrostimolazione antalgica (Tens): la Tens è una metodica terapeutica di applicazione di correnti elettriche a basso voltaggio attraverso la cute in vari siti. L’efficacia della Tens nel trattamento del dolore è stata ampiamente studiata e attualmente sono disponibili più di 600 pubblicazioni scientifiche in questo settore di ricerca. L’utilizzo della Tens è giustificato dall’interpretazione della vulvodinia come una sindrome dolorosa regionale complessa su base neuropatica (malattia del nervo vestibolare); in pratica la terapia consente di “rieducare” le terminazioni nervose che lavorano in maniera anomala. La tecnica dà ottimi risultati soprattutto nelle forme localizzate al vestibolo ed in particolare è priva di effetti collaterali.
- Elettroporazione: L’elettroporazione è una terapia fisica che crea una perturbazione transitoria della membrana cellulare, grazie all’applicazione di impulsi ad alto voltaggio, inducendo la formazione di “pori” che fungono da passaggio facilitato per le molecole da veicolare. L’utilizzo di nuove sonde endovaginali consente la veicolazione transmembrana di principi attivi disciolti in un gel conduttore direttamente in sede vestibolare e vaginale, permettendo la migrazione nella cellula stessa di un mix di farmaci, associando al contempo un’elettrostimolazione a livello del vestibolo vaginale. I vantaggi della veicolazione transdermica si hanno in una maggiore biodisponibilità dei medicinali nella sede dove si vuole esercitare il massimo effetto, minimizzando i possibili effetti collaterali legati alla somministrazione sistemica.
Dati clinici hanno dimostrato come grazie al trasporto transcutaneo esista un importante flusso per tanti composti, anche ad elevato peso molecolare, grazie alla modulazione dei parametri elettrici; si pone pertanto come prima scelta rispetto ad altre tecniche di veicolazione transdermica dei farmaci, come la ionoforesi o la iontoforesi. I farmaci che l’EPV può veicolare sono molteplici, spesso si utilizzano amitriptilina, gabapentina, diazepam e tramadolo, che per via sistemica hanno un utilizzo limitato a causa degli importanti effetti collaterali, e che con questa terapia vengono veicolati direttamente in sede vestibolare, conducendo una più elevata quantità di principio attivo dove serve, minimizzando gli effetti avversi.
L’elettroporazione ha un’applicazione per diverse problematiche ginecologiche, oltre alla vulvodinia. E’ molto utile nei casi di atrofia post menopausale permettendo di veicolare estriolo in formulazione gel in possibile associazione con acido ialuronico, che garantisce un efficacia per lunghi periodi di tempo (vaginal rejuvenation). Ha una valida applicazione anche nei casi di dispareunia post partum: il 25% delle donne va incontro alla possibilità di rapporti dolorosi nel post parto, spesso conseguenti agli esiti di lacerazioni o episiorrafia, l’EPV può veicolare nelle aree cicatriziali farmaci come metilprednisolone o lidocaina garantendo ottimi risultati, senza l’invasività del trattamento tramite aghi.
- Radiofrequenza: La terapia viene effettuata per mezzo di un dispositivo attraverso cui fluisce la corrente a radiofrequenza. Il dispositivo focalizza la radiofrequenza selettivamente sullo strato del tessuto in cui è necessario agire. La radiofrequenza per applicazioni mediche è una tecnologia avanzata che utilizza la trasformazione fisica delle onde elettromagnetiche in calore, funziona sulla pelle attraverso l’emissione di onde radio ad alta frequenza che interagiscono con i tessuti generando un cambiamento termico.
L’uso di radiofrequenza, tramite la denaturazione delle fibre collagene, attiva la cascata guarigione che porta alla stimolazione della neocollagenesi, l’attivazione del microcircolo e il miglioramento del trofismo dei tessuti. Ha quindi un’azione ristrutturante sui tessuti e riattivante sul microcircolo.
Questa tecnologia permette di trattare la zona interessata in modo sicuro.
- Riabilitazione della muscolatura del Pavimento Pelvico: alcune donne con vulvodinia hanno associata un’alterazione della muscolatura vulvo-perineale (aumento di contrattilità, spasmi) che può contribuire a scatenare il dolore vulvare o può esserne una conseguenza. Esercizi mirati di riabilitazione e/o l´uso del biofeedback (traduzione del tono muscolare in un segnale grafico e sonoro) consentono di essere consapevoli dell’attività della propria muscolatura, imparando di conseguenza a controllarla.
- Terapia infiltrativa vestibolare: l’infiltrazione vestibolare di cortisonici associati ad anestetici locali si è dimostrata molto utile per la cura della vulvodinia soprattutto in forme molto localizzate a livello vestibolare. L’infiltrazione porta il farmaco nella sotto-mucosa dove le terminazioni sono più addensate.
- Terapie Alternative: Ci sono terapie che possono essere usate in aggiunta alle cure tradizionali per trattare alcune sindromi dolorose croniche. Tra le terapie alternative ci sono l’agopuntura, l’osteopatia e le tecniche di rilassamento e quelle cognitivo-comportamentali.
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